Ricorsi dei militari: affidarsi all’avvocato o fare da soli ?

Ho deciso di scrivere questo articolo per dare dei suggerimenti su come procedere quando si vogliono impugnare, con ricorsi interni all’amministrazione, i provvedimenti negativi/punitivi ricevuti dalla propria amministrazione (sanzioni disciplinari, note caratteristiche peggiorative, trasferimenti ecc).

In particolare questo articolo vuole aiutare a rispondere alla fatidica domanda: meglio rivolgersi ad un legale o fare da soli ? Meglio rivolgersi all’avvocato pagandogli gli onorari o è meglio fare da soli risparmiando dei soldi e sperando di vedere comunque accolto il ricorso ?

La risposta è che dipende da quanto sia importante per il militare vincere il ricorso.

Chi riceve un provvedimento negativo/punitivo deve innanzitutto valutare quanto sia importante per lui ottenere l’accoglimento del ricorso.

Se si ritiene che la questione non sia importante, e quindi anche se il ricorso non venisse accolto non sarebbe un grande problema, allora si potrà anche decidere di non rivolgersi ad un legale predisponendo il ricorso da soli. Si rinuncerà all’assistenza del legale in cambio di un risparmio economico.

Se si ritiene che la questione sia importante, e quindi si desidera fortemente che il ricorso venga accolto, allora è assolutamente consigliato rivolgersi immediatamente al proprio legale di fiducia per affidargli la redazione anche del ricorso interno all’amministrazione.

L’errore che spesso viene commesso è quello di redigere da soli i ricorsi interni all’amministrazione per poi, quando il ricorso viene respinto, rivolgersi al legale solo per il ricorso all’autorità giudiziaria (nei quali l’assistenza dell’avvocato è obbligatoria).

Cercherò di spiegarvi perché essere assistiti da un legale fin dall’inizio è secondo me fondamentale (sempre, come già scritto, che si desideri fortemente l’accoglimento del ricorso).

Quando si deve prendere una decisone occorre sempre considerare che:

  • Redigere da soli i ricorsi non è facile come sembra, oltre a conoscere le normative bisogna stare attenti a valutare bene cosa scrivere in quanto tutto ciò che viene scritto può essere usato contro chi presenta il ricorso. I legali dell’amministrazione potrebbero approfittare in Tribunale di eventuali errori presenti nel ricorso interno per vincere la causa (strategia difensiva sbagliata, errori tecnici, errori di incoerenza nella ricostruzione dei fatti, inserimento di affermazioni per il ricorrente più svantaggiose che vantaggiose);
  • Le amministrazioni sono molto restie a cambiare idea sui propri provvedimenti, pertanto i ricorsi interni devono essere redatti molto bene per essere accolti;
  • Vale la pena far valere le proprie ragioni al meglio fin dall’inizio, avere delle ragioni da spendere ma non farlo nel modo giusto significa non sfruttare nel migliore dei modi il ricorso;
  • Una volta che la linea difensiva è stata impostata non è così facile modificarla. Immaginiamo che un militare scriva da solo il ricorso interno, questo venga respinto ed il militare decida allora di rivolgersi all’avvocato per l’azione giudiziaria. Il legale potrebbe avere difficoltà a modificare la linea difensiva nel ricorso giudiziario perché, ormai, ciò che è scritto è scritto e non può essere ritirato o contraddetto. Eventuali cambi evidenti di linea difensiva fra il ricorso interno, redatto dal militare, ed il ricorso giudiziario, redatto dall’avvocato, potrebbero essere infatti essere segnalati dai legali dell’amministrazione e valutati negativamente dai giudici che gradiscono invece linearità nella difesa. Quindi rivolgersi ad un legale per fare il ricorso giudiziario, dopo che avere redatto da soli il ricorso interno, potrebbe impedire al legale di impostare la difesa al meglio;
  • Avere la stessa linea difensiva sia nel ricorso interno che in quello giudiziario dimostrerebbe al Tribunale che si è fatto tutto il possibile per evitare l’azione giudiziaria evidenziando con completezza i vizi del provvedimento impugnato già nel ricorso interno e che il tentativo di risolvere “internamente” la controversia è risultato vano a causa della incapacità, o non volontà, della amministrazione di rivedere il suo provvedimento;
  • Le spese legali per i ricorsi interni sono inferiori a quelli per i ricorsi giudiziari. Inoltre fare un ricorso interno non obbliga a fare il ricorso giudiziario.

Premesso che chiunque può legittimamente decidere di difendersi da solo, vanno sempre ricordati i rischi che si nascondono dietro questa scelta. Rischi che, legittimamente, si possono ritenere compensati dal non dovere pagare gli onorari del legale, ma che comunque esistono e vanno considerati.

Avv. Giuseppe Di Benedetto